“Fernanda Wittgens insegnò per breve tempo e agli esordi della sua carriera nel Liceo dove sto insegnando io in questo momento”. Questo è stato il primo incontro dell’artista con la Wittgens, leggendo i registri che custodiscono ancora le sue firme. Ne sono seguite una conferenza e molta ricerca. Il secondo importante incontro è avvenuto presso la Fondazione Badaracco di Milano, che conserva le lettere originali che Fernanda scrisse dal carcere ma non solo, alla sua famiglia e a Ettore Modigliani suo mentore. Tenere tra le mani quel tesoro è stato indubbiamente catartico. La video installazione parla soprattutto di perseveranza, dedizione e spirito avventuriero che la Wittgens dimostrò in ogni episodio della sua vita che fu ricca nel bene e nel male di tanti avvenimenti. La dicotomia video si alterna tra il canto delle allodole (Allodola è il soprannome “datole per la sua grandezza discreta, evidente soltanto quando le ali si aprono in volo. Creatura umile, ma possente e sublime”) e l’immagine di Fernanda che cammina all’infinito lungo i binari di una stazione che vuole ricordare il primo periodo della sua vita nel quale iniziò a lavorare per la Pinacoteca. Ancora giovane e inesperta ma già battagliera, si spostava via ferrovia su gran parte del territorio italiano con l’obiettivo di salvare beni culturali dal valore inestimabile. Le toccò la stessa sorte anche durante e dopo il secondo conflitto mondiale nel tentativo di mettere in salvo più opere possibili minacciate dal sacco nazista. Non si risparmiò neanche nel tentativo di mettere in salvo vite umane atto che le costò la detenzione nel carcere di San Vittore.
“Fernanda Wittgens taught briefly and early in her career in the high school where I am currently teaching”. This was the artist’s first meeting with Wittgens, reading the registers that still hold her signatures.Followed a conference and much research. The second important meeting took place at the Badaracco Foundation in Milano, which preserves the original letters that Fernanda wrote from prison but not only to her family and to Ettore Modigliani, her mentor. For the artist holding that treasure in her hands was undoubtedly cathartic. The video installation above all it’s about perseverance, dedication and adventurous spirit that Wittgens demonstrated in every episode of her life that was rich, for better or for worse, in many events. The video dichotomy alternates between the song of the larks (Lark is the nickname “given to her for her discreet size, evident only when her wings open in flight. Humble, but powerful and sublime creature”) and her image on a train that wants to remember the first period of her life in which she began working for the Pinacoteca. Still young and inexperienced but already combative, she moved by rail across a large part of the Italian territory with the aim of saving cultural heritage of inestimable value. She also met the same fate during and after the Second World War in an attempt to save as many works as possible threatened by the Nazi sack. She didn’t even spare herself in an attempt to save human lives, an act that cost her detention in San Vittore prison.