In questa video installazione dal titolo “Noi, Medea”, l’artista trasforma un bosco, attraversato dal mormorio di un fiume, in un teatro naturale che diviene spazio di riflessione e introspezione. Al centro della scena, una donna di spalle si erge come una figura enigmatica in quanto non se ne conosce l’identità, in ascolto delle voci che emergono dal cuore del bosco. Le voci, tratte dal film “Medea” di Pier Paolo Pasolini, appartengono ai personaggi di Medea, interpretata da Maria Callas, e di Creonte, incarnato da Massimo Girotti.
La scelta di far risuonare queste voci in un contesto così primordiale suggerisce una sovrapposizione tra il mito di Medea e la vita della Callas stessa. La fragilità emotiva della Callas si fonde con la figura di Medea, una donna temuta e fragile, strega e vittima. Creonte, che la teme in quanto straniera, diventa un simbolo del pregiudizio e del timore verso l’alterità.
L’artista, attraverso questa evocazione sonora e visiva, non solo dipinge un ritratto intimo e complesso di Maria Callas, ma crea anche un autoritratto implicito, dove il confine tra soggetto e oggetto, tra l’artista e la sua musa, si dissolve. Il bosco, il fiume, le voci e la donna al centro della scena diventano metafore di un’identità frammentata, in bilico tra forza e vulnerabilità, in una continua ricerca di sé attraverso l’altro.
In this video installation part of Atlans Feminae_a work inprogress and entitled “We, Medea”, the artist transforms a forest, crossed by the murmur of a river, into a natural theater that becomes a space for reflection and introspection. At the center of the scene, a woman from behind stands like an enigmatic figure as her identity is unknown, listening to the voices that emerge from the heart of the woods. The voices, taken from the film “Medea” by Pier Paolo Pasolini, belong to the characters of Medea, played by Maria Callas, and Creon, played by Massimo Girotti.
The choice to make these voices resonate in such a primordial context suggests an overlap between the myth of Medea and the life of Callas herself. Callas’s emotional fragility merges with the figure of Medea, a feared and fragile woman, witch and victim. Creon, who fears her as a foreigner, becomes a symbol of prejudice and fear of otherness.