La video installazione si ispira al breve ma intenso racconto autobiografico intitolato Giù in fondo di Leonora Carrington (titolo originale En Bas (1943), scrittrice e artista surrealista e da buona parte della sua lunga biografia. Giù in fondo è la mappa di un dolore vissuto nel proprio intimo ma anche la mappa del sanatorio del dottor Morales a Santander. Infatti, dopo il secondo arresto del suo grande amore Max Ernst (siamo negli anni del secondo conflitto mondiale), Leonora vive un periodo di perdita di punti di riferimento, una caduta verso il basso che la porterà ad essere richiusa in un manicomio ad opera della sua famiglia. Da lì a qualche anno l’amico Breton, la solleciterà a scrivere del vissuto di quella traumatica esperienza e dirà «è il racconto di uno di quei viaggi da cui si hanno poche probabilità di tornare», documentato con «precisione sconvolgente».
La video installazione interpretata da una madre e da una figlia rappresenta le due età all’estremo temporale di questa esperienza. Da un lato, Leonora negli anni di Giù in fondo, della gioventù e dall’altro, Leonora anziana. Entrambe mostrano sulla schiena lo stesso indelebile tatuaggio, la mappa di Giù in fondo, disegno originale di Leonora realizzato nel periodo della detenzione, a memento di qualcosa con la quale si può evidentemente convivere ma che non si può cancellare.
The video installation is inspired by the short but intense autobiographical story entitled Down Below (1943) of Leonora Carrington (original title En Bas (1944), writer and surrealist artist and by a good part of her long biography. “Down Below” is the map of a pain experienced in inside herself but also the map of Doctor Morales’ sanatorium in Santander. After the second arrest of her big love Max Ernst (we are in the years of the Second World War), Leonora experiences a period of loss of reference points, a downward spiral that will lead her to be locked up in a mental hospital by her family. A few years later, her friend Breton urged her to write about the experience of that traumatic experience and said “it is the story of one of those journeys from which there is little chance of returning”, documented with “shocking precision”.
The video installation interpreted by a mother and a daughter represents the two ages at the temporal extreme of this experience. On one hand, Leonora in the years of Down Below , of her youth and on the other, Leonora in her old age. Both show the same indelible tattoo on their backs, the map of “Down Below”, an original drawing by Leonora made during the period of detention, as a reminder of something with which we can obviously live with but which cannot be erased.